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Flessibilità sul lavoro

Flessibilità sul lavoro. Tutti i vantaggi per aziende e dipendenti

Pubblicato da Teleskill Italia | 17/Mar/2022

La transizione digitale che coinvolge ogni settore della società, unita alle necessità dettate dallo scenario “New Normal” hanno portato la flessibilità sul lavoro a un livello di diffusione molto più ampio che in passato. Ma quando e come si può attuare con vantaggi per lavoratori e aziende?

Che cosa è la flessibilità sul lavoro.

Per flessibilità lavorativa si intende quella autonomia che viene offerta al dipendente su come regolare il proprio orario di lavoro, il proprio luogo di lavoro e, in taluni casi, l’ammontare di ore lavorate settimanalmente.

Questo tipo di approccio alla realtà lavorativa si è sviluppato di pari passo con l’implementazione della tecnologia a disposizione di aziende e lavoratori, ma è stato molto influenzato dallo scenario pandemico e post pandemico, definito dai sociologi come “New Normal”, nuova normalità.

Smartphone, tablet, notebook, email, internet, videochiamate, cha hanno reso (e continuano a rendere ogni giorno di più) possibile eseguire nella comodità della propria  abitazione, o del proprio caffè preferito, molte mansioni per le quali  fino a poco tempo fa era  imprescindibile recarsi in ufficio.

Questa propulsione tecnologica e sociale arriva principalmente dai paesi anglofoni, in particolare dagli Stati Uniti. Oltreoceano la flessibilità lavorativa è una realtà consolidata, che ormai da tempo è stata assorbita dalla società ed è integrata nella quotidianità: Microsoft, Google, Yahoo e tante altre hanno anticipato i tempi e già da anni i dipendenti lavorano per obiettivi e non per orari in ufficio, sperimentando per quante ragioni come flessibilità e smart working debbano essere scelti in azienda.

A livello europeo tanto nei Paesi Scandinavi quanto in Francia, Inghilterra e Germania, sono stati fatti negli ultimi dieci anni notevoli passi avanti per quanto riguarda la flessibilità lavorativa, disciplinandone i molteplici aspetti da un punto di vista giuridico e contrattuale.

E in Italia? Nel nostro paese, storicamente parlando, si è sempre incontrata una certa resistenza verso questa realtà. Tale diffidenza ha origine dal timore di molti imprenditori di perdere “il controllo” dei loro dipendenti nel momento stesso in cui questi non si trovino più sotto la loro supervisione. Altre cause sono da ricercare nelle poco chiare e confuse normative riguardo questa tipologia di impiego e nella difficoltà oggettiva di concedere la flessibilità a determinate categorie di lavoratori.

Come accennato prima, negli ultimi due anni tuttavia, a causa della pandemia globale causata dal Covid, l’ecosistema lavorativo italiano ha dovuto (volente o nolente) accelerare il processo e votarsi in larga misura al lavoro flessibile per poter sopravvivere. Da un giorno all’altro aziende e dipendenti si sono ritrovati catapultati “nel futuro”, sperimentando sulla loro pelle i vantaggi e svantaggi della flessibilità sul lavoro e dello smart working che ha generato in molti casi nuove skills e competenze, tutt’ora oggetto di studio e di pubblicazioni sul tema.

lavoro flessibile vantaggi e svantaggi

I vantaggi del lavoro flessibile per i dipendenti.

Dal punto di vista del dipendente, i vantaggi del lavoro flessibile riguardano tanto la sfera economica quanto la qualità della vita. Vediamo nel dettaglio:

  • orari più flessibili, con conseguente possibilità di incastrare al meglio gli impegni lavorativi con quelli extra – lavorativi (fare la spesa; portare i figli a scuola; assistere i genitori anziani; recarsi in banca o alle poste; recarsi ad eventuali visite mediche; dedicarsi ai propri hobby e altro ancora) e la possibilità di dedicarsi anche alla formazione professionale, tramite l’utilizzo di piattaforme per webinar;
  • in generale, una migliore e più libera organizzazione del proprio tempo;
  • risparmio sul costo del carburante o su quello dei mezzi pubblici per recarsi e tornare dal lavoro;
  • più tempo libero grazie al fatto di non doversi spostare per lavorare;
  • risparmio dovuto alla possibilità di mangiare a casa propria;
  • assenza di colleghi molesti e lontananza da luoghi di lavoro tossici;
  • senso di gratificazione dovuto alla fiducia accordataci dal datore di lavoro che ci ha concesso di lavorare da casa;
  • maggiore autonomia decisionale e maggior controllo sulla propria quotidianità lavorativa;
  • ultimo ma non meno importante è da sottolineare come, per coloro che hanno importanti ambizioni professionali, il lavoro flessibile possa rappresentare una chance per esperire contemporaneamente esperienze diverse.

I vantaggi del lavoro flessibile per l’azienda.

Analizziamo ora punto per punto quali sono i vantaggi, talvolta evidenti e talvolta decisamente meno palesi, del lavoro flessibile per il datore di lavoro:

  • aumento della produttività: innumerevoli casi studio dimostrano come il lavoratore flessibile, avendo una qualità di vita migliore, sia significativamente più produttivo;
  • la concessione dello smart-working può anche essere offerta come benefit a coloro che raggiungono determinati livelli di produttività, andando così a costituire un efficacissimo incentivo;
  • le forme di contratto flessibili comportano numerosi vantaggi per il datore di lavoro, il quale non è più vincolato a determinate figure sul lungo termine;
  • viceversa rispetto al punto precedente, diminuirà il turnover tra i dipendenti in quanto più appagati e fidelizzati all’azienda;
  • diminuzione dei costi fissi per il mantenimento degli spazi di lavoro condivisi;
  • calo drastico di ritardi e assenteismo;
  • la possibilità di vedersi concedere il lavoro flessibile potrebbe rendere l’azienda più appetibile agli occhi dei migliori professionisti sul mercato.

Quando lo smart working funziona davvero e viene applicato utilizzando piattaforme collaborative idonee, in genere, le aziende non registrano inefficienze e sprechi, ma al contrario, osservano un aumento dell’efficienza e dei processi.

L’altra faccia della medaglia: gli svantaggi del lavoro flessibile.

Se si vuole analizzare la realtà del lavoro flessibile a 360°, è giusto evidenziare anche quali sono le criticità di quella che è una vera e propria rivoluzione per la società odierna.

Prima di proseguire nella lettura degli argomenti che seguono è importante rilevare come ogni svantaggio riscontrabile nel lavoro flessibile possa, in moltissimi casi, essere ricondotto ad una mancata pianificazione a monte del suddetto.

È necessario  per l’azienda e per il dipendente creare regole e non aspettative, stabilendo fin dall’inizio le modalità e tempistiche.

Gli svantaggi del lavoro flessibile per il dipendente.

  • poca chiarezza sull’orario di inizio e fine lavoro. Si rischia di essere considerati come “sempre a disposizione”, anche in tarda serata o nei week end;
  • per alcuni dipendenti, lavorando da casa può essere più difficile trovare la concentrazione necessaria;
  • si potrebbe essere indotti a lavorare anche quando si è malati;
  • in generale, in mancanza di autodisciplina e organizzazione, la sfera lavorativa e quella privata rischiano di collidere.

Gli svantaggi del lavoro flessibile per le aziende

  • il fatto di non avere tutti lo stesso orario potrebbe rendere problematica la collaborazione fra colleghi e causare difficoltà nell’andare incontro alle esigenze di clienti e fornitori, abituati magari ad interfacciarsi con aziende operanti secondo il canonico orario d’ufficio;
  • i dipendenti meno motivati, se allontanati dalla supervisione dei loro responsabili, potrebbero rendere meno di quanto non farebbero in ufficio;
  • i colleghi non avranno più modo di parlarsi “faccia a faccia”. Comunicare esclusivamente tramite telefono, mail o videochiamata potrebbe dare luogo a un maggior numero di incomprensioni e fraintendimenti;
  • Si possono creare forti invidie tra coloro ai quali il lavoro flessibile viene concesso e coloro ai quali tale possibilità è negata.

 

strumenti di flessibilità del lavoro

La differenza fra telelavoro e  smart working.

Come troppo spesso accade la società evolve più rapidamente di quanto non facciano le leggi. Le istituzioni sono lente nel legiferare e il lavoro flessibile non è ancora disciplinato in tutti i suoi numerosi e variegati aspetti.

Prima di ogni cosa è utile capire la differenza fra smart working e telelavoro. Due termini usati spesso uno in sostituzione dell’altro ma che in realtà descrivono situazioni distinte.

Con il termine telelavoro si vuole indicare l’attività lavorativa svolta da remoto, a distanza,  in maniera continuativa. Il telelavoro non prevede mai la presenza del dipendente in ufficio. Le aziende che operano in telelavoro molto spesso non possiedono ambienti di lavoro comuni.

Lo smart working invece è una soluzione temporanea adottata in casi specifici da aziende che, normalmente, impiegano i loro dipendenti in maniera tradizionale e dispongono di spazi di lavoro canonici ma che, per circostanze temporanee, hanno necessità di operare in maniera più flessibile.

Entrambe queste soluzioni prevedono comunque una flessibilità spazio – temporale sempre più ambita dai lavoratori e incoraggiata dalle istituzioni per i vantaggi collettivi che la società tutta può potenzialmente trarne.

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